1) Scrivere, scrivere, scrivere. L’esercizio della
scrittura va mantenuto costante. Non importa ciò di cui si scrive,
punché si scriva. Si possono riscrivere pagine di autori famosi
cambiando lo stile, si possono fare riassunti, giochi di parole,
anagrammi, si possono tenere diari on-line o intensificare le email con
gli amici, sforzandosi di andare oltre le tre righe.
2) Farsi venire un’idea partendo da quello che più ci piace o che meglio conosciamo.
Qualunque cosa, infatti, è potenzialmente interessante per qualcuno e può diventare un articolo.
3) Presentare l’idea.
Avere un’idea brillante non significa ancora nulla. Bisogna farla
piacere al caporedattore o al direttore di turno, e per raggiungere
questo obiettivo è necessario presentarla in modo chiaro e accattivante.
Senza dilungarsi troppo (vanno bene dieci/venti righe) bisogna essere
in grado di spiegare di cosa si tratta, quali sono i punti di forza
dell’idea (creatività, rilevanza del soggetto, originalità della
prospettiva con cui si racconta, etc.) e perché dovrebbe interessare i
lettori del giornale. Anche se si parte dalla stessa idea, ogni proposta
deve essere adattata alle esigenze del giornale a cui la si sta
proponendo, e per farlo bisogna conoscerne lo stile, la lunghezza media
dei pezzi, il tono, il tipo di lettore medio.
Ad ogni modo, si tratta di un passaggio assai delicato che necessita un post a sé stante.
4) Contattare la persona giusta.
L’idea per un articolo deve essere indirizzata, se possibile, alla
persona giusta. Se si comincia una proposta con un generico “Egregio
direttore” si passa per pivelli e principianti sfigati. Se il nome del
caporedattore compare sulla gerenza (il riquadro dove vengono riportati i
nomi di chi fa parte della redazione), rivolgersi a lui direttamente,
anche al telefono se è il caso.
5) Non allegare curriculum e non perdere tempo a specificare la propria preparazione scolastica.
Chi legge le nostre proposte non ha interesse nella nostra vita ma nelle
idee che siamo in grado di offrire al giornale. Un giornalista
freelance valido non è tale (solo) grazie al suo curriculum, ma vale in
base a quello che pensa e che scrive. La proposta stessa offre un primo
impatto su cui il caporedattore può basarsi per dare un giusizio sulle
nostre capacità di scrittura, per cui attenzione agli errori, alle frasi
banali e ai passaggi poco chiari.
6) Se il caporedattore è interessato, bisogna agire da professionisti.
Bisogna parlare di soldi, tempi di consegna, lunghezza del pezzo,
numero di foto che eventualmente dobbiamo offrire a corredo del pezzo.
Lasciamo che la prima offerta economica sia il caporedattore stesso a
farla e non dimentichiamoci che si tratta di somme quasi sempre
negoziabili.
7) Imparare a usare decentemente una macchina fotografica digitale.
Il mercato ne offre alcune a prezzi accessibili e dalle caratteristiche
eccezionali. Delle belle foto aumentano la probabilità di veder
pubblicato il proprio pezzo.
8 ) Organizzare una cartella con i propri lavori.
Man mano che ci viene pubblicato del materiale, facciamo una piccola
rassegna stampa, fotocopiando, ritagliando, sottolineando… A volte è il
miglior biglietto da visita da presentare a nuovi caporedattori per
dimostrare che qualcun altro ha avuto fiducia in noi. La rassegna,
facendo attenzione alle questioni legate al diritto d’autore, potrebbe
essere presentata anche on-line sul nostro sito, rendendola facilmente
accessibile ed evitando i costi postali per inviarla alle nuove
redazioni con cui tentiamo un nuovo approccio.
9) Recuperare i crediti.
Tra le mansioni spiacevoli che toccano al giornalista freelance fare c’è
pure questa. Alcuni editori pagano 90 o addirittura 120 giorni dopo la
pubblicazione. In questi casi bisogna armarsi di pazienza e aspettare,
controllando alla scadenza che il pagamento sia in ordine. Altri fanno
finta di dimenticarsi del pagamento, ma di solito pagano dopo il primo
sollecito telefonico o per email. L’importante, comunque, è non aver
paura di chiedere ciò che ci spetta: altrimenti non è questa la
professione che fa per noi.
10 ) Essere intraprendenti, crearsi un giro di contatti con
aziende, enti e persone che possono offrirci lo spunto e il materiale
per un articolo. Gli uffici stampa di musei, associazioni
culturali, segreterie politiche, organizzazioni, aziende e istituzioni
saranno felicissimi di collaborare con voi.
Leggi il post su chi è il giornalista freelance e cosa fa.
Leggi il post su come redigere una proposta editoriale.
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