lunedì 4 novembre 2013

Giornalista freelance: dieci regole per diventarlo (2/3)

1) Scrivere, scrivere, scrivere. L’esercizio della scrittura va mantenuto costante. Non importa ciò di cui si scrive, punché si scriva. Si possono riscrivere pagine di autori famosi cambiando lo stile, si possono fare riassunti, giochi di parole, anagrammi, si possono tenere diari on-line o intensificare le email con gli amici, sforzandosi di andare oltre le tre righe.
2) Farsi venire un’idea partendo da quello che più ci piace o che meglio conosciamo.
Qualunque cosa, infatti, è potenzialmente interessante per qualcuno e può diventare un articolo.
3) Presentare l’idea.
Avere un’idea brillante non significa ancora nulla. Bisogna farla piacere al caporedattore o al direttore di turno, e per raggiungere questo obiettivo è necessario presentarla in modo chiaro e accattivante. Senza dilungarsi troppo (vanno bene dieci/venti righe) bisogna essere in grado di spiegare di cosa si tratta, quali sono i punti di forza dell’idea (creatività, rilevanza del soggetto, originalità della prospettiva con cui si racconta, etc.) e perché dovrebbe interessare i lettori del giornale. Anche se si parte dalla stessa idea, ogni proposta deve essere adattata alle esigenze del giornale a cui la si sta proponendo, e per farlo bisogna conoscerne lo stile, la lunghezza media dei pezzi, il tono, il tipo di lettore medio.
Ad ogni modo, si tratta di un passaggio assai delicato che necessita un post a sé stante.
4) Contattare la persona giusta.
L’idea per un articolo deve essere indirizzata, se possibile, alla persona giusta. Se si comincia una proposta con un generico “Egregio direttore” si passa per pivelli e principianti sfigati. Se il nome del caporedattore compare sulla gerenza (il riquadro dove vengono riportati i nomi di chi fa parte della redazione), rivolgersi a lui direttamente, anche al telefono se è il caso.
5) Non allegare curriculum e non perdere tempo a specificare la propria preparazione scolastica.
Chi legge le nostre proposte non ha interesse nella nostra vita ma nelle idee che siamo in grado di offrire al giornale. Un giornalista freelance valido non è tale (solo) grazie al suo curriculum, ma vale in base a quello che pensa e che scrive. La proposta stessa offre un primo impatto su cui il caporedattore può basarsi per dare un giusizio sulle nostre capacità di scrittura, per cui attenzione agli errori, alle frasi banali e ai passaggi poco chiari.
6) Se il caporedattore è interessato, bisogna agire da professionisti. Bisogna parlare di soldi, tempi di consegna, lunghezza del pezzo, numero di foto che eventualmente dobbiamo offrire a corredo del pezzo. Lasciamo che la prima offerta economica sia il caporedattore stesso a farla e non dimentichiamoci che si tratta di somme quasi sempre negoziabili.
7) Imparare a usare decentemente una macchina fotografica digitale.
Il mercato ne offre alcune a prezzi accessibili e dalle caratteristiche eccezionali. Delle belle foto aumentano la probabilità di veder pubblicato il proprio pezzo.
8 ) Organizzare una cartella con i propri lavori.
Man mano che ci viene pubblicato del materiale, facciamo una piccola rassegna stampa, fotocopiando, ritagliando, sottolineando… A volte è il miglior biglietto da visita da presentare a nuovi caporedattori per dimostrare che qualcun altro ha avuto fiducia in noi. La rassegna, facendo attenzione alle questioni legate al diritto d’autore, potrebbe essere presentata anche on-line sul nostro sito, rendendola facilmente accessibile ed evitando i costi postali per inviarla alle nuove redazioni con cui tentiamo un nuovo approccio.
9) Recuperare i crediti.
Tra le mansioni spiacevoli che toccano al giornalista freelance fare c’è pure questa. Alcuni editori pagano 90 o addirittura 120 giorni dopo la pubblicazione. In questi casi bisogna armarsi di pazienza e aspettare, controllando alla scadenza che il pagamento sia in ordine. Altri fanno finta di dimenticarsi del pagamento, ma di solito pagano dopo il primo sollecito telefonico o per email. L’importante, comunque, è non aver paura di chiedere ciò che ci spetta: altrimenti non è questa la professione che fa per noi.
10 ) Essere intraprendenti, crearsi un giro di contatti con aziende, enti e persone che possono offrirci lo spunto e il materiale per un articolo. Gli uffici stampa di musei, associazioni culturali, segreterie politiche, organizzazioni, aziende e istituzioni saranno felicissimi di collaborare con voi.

Leggi il post su chi è il giornalista freelance e cosa fa.
Leggi il post su come redigere una proposta editoriale.

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