Meglio contattare il caporedattore al telefono o scrivere una lettera? Meglio una lettera o un’e-mail?
Questi sono i primi dubbi che si pone l’aspirante freelance. Data la
timidezza iniziale, generalmente si opta per l’ultima soluzione, che poi
è quella meno efficace (a meno che non si abbia un’idea esplosiva).
Un’idea timida, infatti, può essere discussa con più efficacia al
telefono, perché il quel caso il caporedattore interviene, suggerisce,
commenta. E’ inevitabile: al telefono corregge, e possibilmente accetta;
lettere e e-mail vengono cestinate con estrema facilità.
Telefonare è dunque la migliore soluzione per rompere il ghiaccio. Ci
si può affidare alle e-mail per le comunicazioni successive, quando il
nostro nome non sarà più sconosciuto, ma è meglio comunciare sollevando
la cornetta.
L’importante è combattere contro la propria timidezza e vincere.
Prima di effettuare la chiamata, facciamo uno script della
telefonata. Annotiamo nome e cognome della persona con cui vogliamo
parlare (ed eventuali sostituti); definiamo l’argomento che vogliamo
proporre; prepariamoci a suggerire l’eventuale sezione del giornale che
potrebbe ospitarla (viaggi in moto, gastronomia, spazio donna,
benessere, medicina alternativa, economia…); basandoci su articoli
simili apparsi nel giornale che stiamo contattando, suggeriamo la
lunghezza che potrebbe avere il nostro pezzo
e le foto che possiamo fornire; chiediamo al caporedattore se vuole dare
un’occhiata alle foto in bassa risoluzione e chiediamogli la sua e-mail
personale; promettiamo di inviare entro qualche giorno un riepilogo
della proposta per e-mail; chiediamo quanto possiamo aspettarci (di
soldi) per questo lavoro.
Generalmente il caporedattore è una persona cordiale e alla mano,
sempre a stretto contatto con la gente. Per sua natura (altrimenti
farebbe un altro mstiere) tende a comunicare bene con gli altri e si
abbandona facilmente a una chiacchierata distesa con gli sconosciuti, a
meno che noon sia in chiusura col giornale e non abbia il tempo di
respirare tra una bozza e l’altra che devono andare urgentemente in
tipografia.
Evitiamo quindi di chiamare in periodi “caldi”, cioè appena prima
dell’uscita del giornale. Le telefonate migliori sono nella settimana
successiva, quando troveremo il nostro caporedattore con le antenne
protese a catturare nuove idee per i numeri successivi.
Man mano che si diventa più esperti, l’approccio con un nuovo
giornale può avvenire anche tramite e-mail, anche se la classica lettera
con busta e francobollo indirizzata alla persona giusta (non
genericamente “alla redazione del giornale tal dei tali”) aumenta la
probabilità di una risposta.
Il fatto è cghe il caporedattore è una persona oberata di lavoro e
positivamente pigra, nel senso che sa benissimo quale idea potrebbe
andare bene per i suoi lettori ma non ha tanta voglia di proporla lui ai
collaboratori. Al contrario, aspetta passivamente che un’ottima idea
gli piova dal cielo, limitandosi ad approvarla.
Per queste ragioni, non bisogna dilungarsi con la proposta scritta.
Bastano dieci, venti righe per esprimere un’idea perfetta. Evitiamo di
inserire il nostro curriculum (il caporedattore valuta idee e non
risorse umane, altrimenti sarebbe il capo del personale), evitiamo i
complimenti per i contenuti del giornale (le adulazioni sono da pivelli)
e passiamo dritti al sodo.
Ecco un esempio di come cominciare la nostra proposta:
Caro Beppe Rossi,
le scrivo per proporle un servizio fotogiornalistico sulla vita
notturna dei giovani universitari Oslo. Malgrado le apparenze di una
nazione pacifica e rispettosa delle regole, sembra che la trasgressione
sia la parola d’ordine del divertimento vissuto tutte le notti da
studenti e studentesse norvegesi.
Dopo aver trascorso due mesi nella capitale sandinava per motivi di
studio, sono entrato in contatto con gli ambienti più alla moda e le
abitudini più stravaganti di questi timidissimi e biondissimi ragazzi,
che di giorno frequentano il prestigioso ateneo della loro città con
impeccabile attitudine e la sera si trasformano in scanzonati
adolescenti, trovando nell’alcool il giusto conforto per la loro
connaturata timidezza e dimostrando col sesso il proverbiale grado di
libertà ed emancipazione raggiunto dai nordici.
Niente presentazioni, niente curriculum, niente fronzoli inutili. E’
questo ciò che il caporedattore si aspetta da un potenziale
collaboratore. Lo stesso vale per lo stile della proposta. Il linguaggio
deve essere fresco, snello, accattivante, concepito in uno stile simile
a quello che propone la rivista alla quale ci si rivolge. In più deve
incuriosire, deve lasciare in sospeso qualcosa, deve raffigurare delle
scene non del tutto svelate, in modo tale che il caporedattore sia
incentivato a proseguire nella lettura o a fare domande, a contrattare
il contenuto del pezzo.
A questo punto, come proseguire con la proposta?
Bisogna indicare le cose importanti: lunghezza, prospettiva, corredo fotografico, tempi di consegna.
Nel mio pezzo pensavo di dare voce a un paio di studenti e
studentesse norvegesi in grado di svelare qualche particolare più
piccante e inedito delle serate. In più potrei intervistare alcuni
italiani che studiano temporaneamente a Oslo, che potrebbero commentare
le differenze culturali e gli aspetti legati alla socievolezza.
L’articolo dovrebbe avere una lunghezza di circa 15000 caratteri e
potrebbe essere corredato da un buon numero di scatti digitali in alta
risoluzione. Nel caso fosse interessato alla mia idea, il pezzo potrebbe
essere consegnato entro venti giorni.
A quel punto, se abbiamo scelto il giornale giusto e abbiamo proposto
l’argomento giusto… il gioco è fatto. L’importante, però, è non
dimenticarsi mai dell’aspetto economico: prima di procedere, senza peli
sulla lingua, domandiamo quanto sono disposti a pagare per testo e foto.
Infine, teniamo presente una cosa: qualunque sia la cifra,
generalmente possono arrivare al doppio. Contrattare è certamente
possibile, ma all’inizio bisogna anche accontentarsi e creare il proprio
network di contatti.
Chi è il giornalista freelance? Scoprilo in questo post.
Vuoi sapere dieci regole per diventare freelance? Leggi questo post.
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