lunedì 4 novembre 2013

Giornalista freelance: la proposta editoriale (3/3)

Meglio contattare il caporedattore al telefono o scrivere una lettera? Meglio una lettera o un’e-mail?
Questi sono i primi dubbi che si pone l’aspirante freelance. Data la timidezza iniziale, generalmente si opta per l’ultima soluzione, che poi è quella meno efficace (a meno che non si abbia un’idea esplosiva).
Un’idea timida, infatti, può essere discussa con più efficacia al telefono, perché il quel caso il caporedattore interviene, suggerisce, commenta. E’ inevitabile: al telefono corregge, e possibilmente accetta; lettere e e-mail vengono cestinate con estrema facilità.
Telefonare è dunque la migliore soluzione per rompere il ghiaccio. Ci si può affidare alle e-mail per le comunicazioni successive, quando il nostro nome non sarà più sconosciuto, ma è meglio comunciare sollevando la cornetta.
L’importante è combattere contro la propria timidezza e vincere.
Prima di effettuare la chiamata, facciamo uno script della telefonata. Annotiamo nome e cognome della persona con cui vogliamo parlare (ed eventuali sostituti); definiamo l’argomento che vogliamo proporre; prepariamoci a suggerire l’eventuale sezione del giornale che potrebbe ospitarla (viaggi in moto, gastronomia, spazio donna, benessere, medicina alternativa, economia…); basandoci su articoli simili apparsi nel giornale che stiamo contattando, suggeriamo la lunghezza che potrebbe avere il nostro pezzo
e le foto che possiamo fornire; chiediamo al caporedattore se vuole dare un’occhiata alle foto in bassa risoluzione e chiediamogli la sua e-mail personale; promettiamo di inviare entro qualche giorno un riepilogo della proposta per e-mail; chiediamo quanto possiamo aspettarci (di soldi) per questo lavoro.
Generalmente il caporedattore è una persona cordiale e alla mano, sempre a stretto contatto con la gente. Per sua natura (altrimenti farebbe un altro mstiere) tende a comunicare bene con gli altri e si abbandona facilmente a una chiacchierata distesa con gli sconosciuti, a meno che noon sia in chiusura col giornale e non abbia il tempo di respirare tra una bozza e l’altra che devono andare urgentemente in tipografia.
Evitiamo quindi di chiamare in periodi “caldi”, cioè appena prima dell’uscita del giornale. Le telefonate migliori sono nella settimana successiva, quando troveremo il nostro caporedattore con le antenne protese a catturare nuove idee per i numeri successivi.
Man mano che si diventa più esperti, l’approccio con un nuovo giornale può avvenire anche tramite e-mail, anche se la classica lettera con busta e francobollo indirizzata alla persona giusta (non genericamente “alla redazione del giornale tal dei tali”) aumenta la probabilità di una risposta.
Il fatto è cghe il caporedattore è una persona oberata di lavoro e positivamente pigra, nel senso che sa benissimo quale idea potrebbe andare bene per i suoi lettori ma non ha tanta voglia di proporla lui ai collaboratori. Al contrario, aspetta passivamente che un’ottima idea gli piova dal cielo, limitandosi ad approvarla.
Per queste ragioni, non bisogna dilungarsi con la proposta scritta. Bastano dieci, venti righe per esprimere un’idea perfetta. Evitiamo di inserire il nostro curriculum (il caporedattore valuta idee e non risorse umane, altrimenti sarebbe il capo del personale), evitiamo i complimenti per i contenuti del giornale (le adulazioni sono da pivelli) e passiamo dritti al sodo.
Ecco un esempio di come cominciare la nostra proposta:
Caro Beppe Rossi,
le scrivo per proporle un servizio fotogiornalistico sulla vita notturna dei giovani universitari Oslo. Malgrado le apparenze di una nazione pacifica e rispettosa delle regole, sembra che la trasgressione sia la parola d’ordine del divertimento vissuto tutte le notti da studenti e studentesse norvegesi.
Dopo aver trascorso due mesi nella capitale sandinava per motivi di studio, sono entrato in contatto con gli ambienti più alla moda e le abitudini più stravaganti di questi timidissimi e biondissimi ragazzi, che di giorno frequentano il prestigioso ateneo della loro città con impeccabile attitudine e la sera si trasformano in scanzonati adolescenti, trovando nell’alcool il giusto conforto per la loro connaturata timidezza e dimostrando col sesso il proverbiale grado di libertà ed emancipazione raggiunto dai nordici.

Niente presentazioni, niente curriculum, niente fronzoli inutili. E’ questo ciò che il caporedattore si aspetta da un potenziale collaboratore. Lo stesso vale per lo stile della proposta. Il linguaggio deve essere fresco, snello, accattivante, concepito in uno stile simile a quello che propone la rivista alla quale ci si rivolge. In più deve incuriosire, deve lasciare in sospeso qualcosa, deve raffigurare delle scene non del tutto svelate, in modo tale che il caporedattore sia incentivato a proseguire nella lettura o a fare domande, a contrattare il contenuto del pezzo.
A questo punto, come proseguire con la proposta?
Bisogna indicare le cose importanti: lunghezza, prospettiva, corredo fotografico, tempi di consegna.
Nel mio pezzo pensavo di dare voce a un paio di studenti e studentesse norvegesi in grado di svelare qualche particolare più piccante e inedito delle serate. In più potrei intervistare alcuni italiani che studiano temporaneamente a Oslo, che potrebbero commentare le differenze culturali e gli aspetti legati alla socievolezza.
L’articolo dovrebbe avere una lunghezza di circa 15000 caratteri e potrebbe essere corredato da un buon numero di scatti digitali in alta risoluzione. Nel caso fosse interessato alla mia idea, il pezzo potrebbe essere consegnato entro venti giorni.

A quel punto, se abbiamo scelto il giornale giusto e abbiamo proposto l’argomento giusto… il gioco è fatto. L’importante, però, è non dimenticarsi mai dell’aspetto economico: prima di procedere, senza peli sulla lingua, domandiamo quanto sono disposti a pagare per testo e foto.
Infine, teniamo presente una cosa: qualunque sia la cifra, generalmente possono arrivare al doppio. Contrattare è certamente possibile, ma all’inizio bisogna anche accontentarsi e creare il proprio network di contatti.

Chi è il giornalista freelance? Scoprilo in questo post.
Vuoi sapere dieci regole per diventare freelance? Leggi questo post.

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